San Martino delle Scale, ipotesi per un parco metropolitano: articolo di Natale Sabella


Natale Sabella



Estratto 
da 
Labor Anno XXX - Luglio-Settembre 1989




Questo scritto vuole porre l'attenzione su una realtà territoriale circoscritta e individualbile per la sua orografia, le caratteristiche naturali, i valori storico-architettonici nel bacino montano di San Martino delle Scale in considerazione del fatto che gli attuali spazi pubblici a verde del Comune di Palermo non sono più sufficienti alle esigenze della collettività.
Non rimane altro che l'attuale Parco della Favorita con il promontorio di Montepelligrino e la zona costiera relativa al lido di Mondello, spazi pubblici il primo da recuperare e valorizzare sotto molteplici aspetti, il secondo oramai sovrappopolato ed in parte zona residenziale della Città.
Si fa necessario, pertanto, valutare la possibilità di fruire del territorio montano di San Martino delle Scale che ricade nell'area di influenza metropolitana. 
Solamente attraverso una adeguata politica si potrà dare una risposta diversa al diritto di mobilità e di svago della popolazione e non limitatamente  al periodo stagionale estivo, con la possibilità di convogliare tutte le energie necessarie per un nuovo turismo montano prossimo al Capoluogo dell'Isola con l'intendimento di sviluppare nei modi migliori le attività legate al tempo libero che si incrementano sempre più nel processo di crescita e di sviluppo della società moderna.
Elemento dominante di questo ambito terriero è la presenza per buona parte del bosco pineta, patrimonio naturale ricco di vitalità, colori ed ombre, scorci suggestivi di un tessuto naturale quale il bosco siciliano che ha mutato nel tempo per mano dell'uomo la sua originaria configurazione.
Il bosco pervenuto a noi è assai diverso dal bosco descritto da D. Gregorio Frangipani Cassinese nella storia del Monastero di san Martino edita nel 1905; ha mutato la sua flora e la sua fauna, tipiche della foresta dell'Isola.
L'impianto attuale risale ad un intervento di programmazione forestale dei primi anni del 1930 e costituisce elemento di diversità tra il bosco che esisteva alla fine del '900 e l'attuale sistemazione realizzata con piante conifere. In proposito San Martino delle Scale presenta tutti i requisiti necessari, sempre che si conduca urgentemente una politica  di intervento nel tutelare un patrimonio d'interesse pubblico, per offrire, se si farà crescere bene il bosco, un ambiente sano, naturale aperto nei modi e nei giusti limiti alla dimensione urbana, da potere attrezzare per le attività ricreative del tempo in un armonico equilibrio che miri a rivalutare nel verde pubblico a dimensione territoriale, nell'uso delle aree attrezzate, nei segni di interesse storico-architettonico, una fruizione collettiva di un servizio.
Quest'area in prevalenza boschiva ha avuto, a partire dagli inizi degli anni '60, un continuo depauperamento del suo impianto boschivo e ciò per cause diverse quali incendi di tipo colposo o accidentale, comparsa di una edilizia autorizzata e abusiva, che si è violentemente innestata quest'ultima nel paesaggio montano, continua lottizzazione della proprietà privata.
Per un certo periodo il fenomeno edilizio aveva contribuito in un periodo di boom economico, a rafforzare una economia locale, della Frazione, che era essenzialmente legata all'antico binomio attività agricola-silvo pastorale, incentivato dal settore produttivo d'importazione trainante quale l'edilizia.
Di riflesso a questa incentivazione edilizia costituita dalla realizzazione di ville e villini ed in seguito di vere e proprie cellule abitative, non si è riscontrato con l'aumento del reddito pro-capite una adeguata offerta di servizi  che facessero della località montana un polo di attrazione e ricreazione indispensabile ad un centro ben organizzato.
Inoltre i canoni di locazione eccessivamente elevati in proporzione ai servizi e alle attrezzature pressochè inesistenti, causavano l'abbandono delle residenze stagionali.
E comunque, in genere, si è riscontrata una inesistente politica turistico-alberghiera di piccola e media dimensione, che con le sue strutture complementari potesse incentivare i servizi per lo sport e la ricreazione: questa è stata una fra le cause principali dell'abbandono in cui versa attualmente San Martino delle Scale, facendo sì che la domanda di ricezione si spostasse verso altre zone. Sebbene anche nella nostra società siciliana, che attinge a modelli di sviluppo ove ancora tutto cresce in modo rapido ed abnorme, dove la Città si sviluppa urbanisticamente a tappeto, senza la disponibilità di aree verdi, destinate per lo sport, il gioco ed il tempo libero in genere , è indispensabile continuare ad avere un rapporto aperto con il circostante territorio.
Questo al fine di rompere la concentrazione urbana e con essa tutti gli aspetti socialmente deteriori.
E' senza dubbio necessario più che mai ritornare alla natura, al bosco, ricercando, creando e incentivando le zone a verde. 
Riscoprire questi valori significa oggi, trascorrere meglio il proprio tempo libero, favorire la vita della famiglia o di gruppo in genere, riscoprire i semplici gesti quotidiani: passeggiare, conversare, riflettere, creare nuove e sane amicizie, vivere meglio e all'aria aperta il proprio tempo libero. San Martino delle Scale può rispondere a queste esigenze. In questi luoghi natura e storia si sono integrati in una simbiosi armonica, come del resto tante e tante sono le testimonianze presenti in tutta la Sicilia. Arricchiscono questa cornice naturale alcune testimonianze storiche architettoniche, presenza di segni fisici precisi quali il vasto complesso dell'abbazia benedettina con il monastero adiacente e l'antica fortezza del Castellaccio in parte diruta che si eleva sul monte Caputo denominato anticamente Put, manufatto militare che da lungo tempo presenta un notevole stato di obsolescenza.
Entrambi i manufatti sono testimonianza della civiltà del passato, affermazione di un potere politico e religioso.
San Martino delle Scale possiede, quindi, una duplice vocazione, quella naturale (il bosco) e quella a base storico-architettonica.
La ricostituzione di questi due insiemi in un'unica area di integrazione, il territorio Sammartinese, restaurandone i segni del passato, forti e incisivi sui luoghi, permette di riqualificare la duplice vocazione a base storica quale geometria creata dall'uomo, con l'elemento naturale, il verde, il suo clima e l'orografia del territorio.
Occorre restituire una memoria storica dei luoghi, restaurando gli antichi segni del passato, in un duplice connubio fra i segni fisici naturali, i sentieri, i solchi, i dirupi e le geometrie essenziali costruite dall'uomo, le mura, i casolari, etc.
Un appropriato uso dei segni, quale chiave di lettura di una natura antropizzata, più uno sviluppo della montagna che tragga dal turismo una fonte non solo di reddito, ma di creazione e salvaguardia di ambienti naturali, permettono una ricostituzione sia naturale che economica. Solamente una pianificazione seria e reale, in una visione del bosco non puramente romantica, ma connessa, ove possibile, ad uno sviluppo dell'economia, potrà contribuire alla formazione di un reddito proveniente dall'attività turistica e ricreativa, fonte di occupazione per la collettività ed in particolare per i giovani, in un equilibrato rapporto fra attività umane, servizi ricreativi, verde sociale e beni culturali del territorio.

Natale Sabella, Architetto





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San Martino delle Scale
(vedute)





(foto r.m.)

Mostra d'arte "Una citta' ideale"



"UNA CITTA' IDEALE?"
MOSTRA D'ARTE 


Esposizione dal 27 maggio al 5 giugno
ex Monastero dei Benedettini
ingresso 
antivilla Belvedere


Giorno 27 maggio si inaugura la Collettiva di pittura facente parte del 3° Bioincontro organizzato dall’INBAR (Istituto Nazionale di Bioarchitettura) sez. di Trapani. 
A seguire, in antivilla comunale, la festa annuale dell’INBAR.
La Mostra è il secondo momento dell’evento. Il primo è stato il seminario tenutosi nella sala Gialla  del Palazzo dei Normanni a Palermo sabato 18 maggio 2013.
Espongono 21 artisti sul tema della Città Ideale.
La Mostra è curata dall’Associazione “Ricercarte” e dal critico d’arte Marilena Calcara.
L’esposizione si protrarrà fino al 5 giugno 2013, ha ingresso libero ed è visitabile tutti i giorni tranne lunedì pomeriggio e domenica. 


LA CITTA' NASCE DALL'INCONTRO CON L'ALTRO, DAL BISOGNO DI DEFINIRE IDENTITA' E DIFFERENZE DI QUESTO INCONTRO E DALLA NECESSITA' DI STABILIRE DELLE CONDIVISIONI.
NELL'EPOCA POSTMODERNA IN CUI VIVIAMO LE FONTI AUTENTICHE DI IDEE E DI INCONTRI SONO SVANITE, IN FUNZIONE DI UNA DECENTRALIZZAZIONE DI VALORI DI RIFERIMENTO E UNA PRECARIETA' DI VITA.
QUESTA CONDIZIONE PORTA A RIMETTERE IN DISCUSSIONE, A RICERCARE A RIPENSARE UN NUOVO CENTRO UNA NUOVA ARMONIA. NEL LUOGO DI INCONTRO PER ECCELLENZA DELLE ARMONIE UNIVERSALI DELL'UOMO -LA CITTA'- SI E' ASSISTITO AD UNO SVUOTAMENTO TOTALE DI AUTENTICITA' IN FAVORE DELLA GLOBALIZZAZIONE.
IL NON-LUOGO E' DIVENTATO CARATTERIZZANTE DELLE METROPOLI.
IL LUOGO, NELLA SUA ACCEZIONE ANTROPOLOGICA, HA LASCIATO POSTO A SPAZI SENZA IDENTITA'.
LO SVUOTAMENTO PIU' GRANDE CHE L'UOMO ABBIA POTUTO EFFETTUARE SU SE STESSO E SULLA SUA CITTA'  E' STATO QUELLO DI AVERE DIMENTICATO IL SUO LEGAME CON LA NATURA.
COSI' LA SUA MENTE, ELEMENTO FONDANTE DEL MONDO, HA CREATO LA "CITTA' IDEALE".



Rocco Micale - "L'uomo è misura di tutte le cose"

Silvano Braido - "Città astrale"




Liliana Errera - "Città immaginarie"

Rosetta D'Alessandro - "Città invisibile"




Mostra d'arte "Omaggio a Guttuso"


Omaggio 
RENATO GUTTUSO

"La Vucciria"
di 
Renato Guttuso


Collettiva d'arte 


dal 20 maggio al 10 giugno 2013
ex monastero del Benedettini








Nino Gambino 

Rocco Micale























































































Gli Artisti partecipanti