COMUNICATO CONCERTO

CITTA' DI MONREALE


CAMPANIA STRING QUARTET 
in 
Concerto


Ha partecipato a diverse Masterclass di Musica da Camera tenute al Conservatorio di Musica  di Salerno dalla didatta tedesca M° Karin Wolf (docente presso  l’ Universities of Music in Rostock and in Mannheim – Germania); presso il “Polo Nautico” di Salerno dal M° Felice CUSANO e a Castel S. Giorgio presso la Villa Calvanese  dal M° Dejan BOGDANOVIC.
E’ stato vincitore di 1° premio Assoluto con punteggio (100/100) in vari concorsi come quelli di Eboli (SA), Pozzuoli (NA), Agropoli (SA), Caserta, di Pescara all’Accademia Musicale Pescarese e più recentemente, nel maggio del 2013, al concorso europeo di esecuzione musicale Jacopo Napoli di Cava dei Tirreni(SA).
Si è esibito già in importanti Manifestazioni e Festival musicali: al “Teatro Diana” di  Nocera Inferiore; a Scafati presso il Real Polverificio Borbonico in occasione della “SETTIMANA DELLA CULTURA”; nel Cilento, a Sapri (SA), in un concerto organizzato dall’Associazione Vivaldi; a SALERNO per la “SETTIMANA ITALIANA DELLE ARTI”; a GIFFONI VALLE PIANA per il “GIFFONI FESTIVAL 2011”; a Pellezzano (SA) in occasione della “XIII^ EDIZIONE DELL’IRNO FESTIVAL 2011”; nella Basilica dei SS. Cesidio e Rufino a Trasacco (L’AQUILA); in occasione del Gran Galà di Beneficenza presso il Grand Hotel di Salerno ove il ricavato é stato devoluto per la ricerca contro la Meningite; a NAPOLI in occasione dei “CONCERTI DELL’UMANITARIA” e al Museo Filangieri; a Pompei (NA) in occasione del Festival “LE PORTE DELLA MUSICA 2012”; a ROMA – presso la sala del Museo dell’Alto Medioevo in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2012 - “L’Italia tesoro d’Europa”, uno dei grandi eventi promossi dal Ministero dei Beni Culturali; a Teano (CE) presso il Vescovado della Diocesi di Teano – Calvi.
Inoltre, si sono esibiti presso il "Teatro San Carlo" di Napoli nell’opera “OLIMPIADE” di Pergolesi realizzata dal M° Roberto DE SIMONE, aprendo la stagione lirica musicale 2011 trasmessa dal vivo su RAI Radio 3 e ripresa dalla trasmissione televisiva della RAI “Prima della Prima”.


         
ex Monastero dei Benedettini
c/o Antivilla Comunale
P.zza Guglielmo II - Monreale (PA)


Campania String Quartet
in Concerto
Sabato 26 Ottobre 2013
Ore 17.00

       Gennaro CARDAROPOLI     (I° Violino)
       Federica TRANZILLO          (II° Violino)
       Martina   IACO’                   (Viola)
       Raffaella CARDAROPOLI    (Violoncello)


            PROGRAMMA – Monreale



1)  M.A.Charpentier                     Te Deum – “Prelude”




2)  J. S. Bach                          Aria dalla Suite n. 3 – BWV 1068




3)  W.A. Mozart                   Quartetto K. 465 n. 19 “Dissonance”
                                                          * Allegro molto
        


4) J. Pachelbel                                      Canone




5) L.W. Beethoven                Quartetto in Fa Minore Op. 95
                                                         * Allegro con brio
                                                         * Larghetto espressivo
                                                         * Allegretto agitato
                                                         * Allegro
                                                                                                                                   


Sito Internet “Campania String Quartet”













6) F. Mendelssohn                         Capriccio per String Quartet
                                                                      * Andante con moto
                                                                     * Allegro fugato


7) G.Rossini                                Ouverture dal “Guglielmo Tell”




8) A. Dvorak             Quartetto N. 6 in F major, Opus 96 “American”
                                                                * Vivace ma non troppo



9) G. Rossini                             Ouverture “La Gazza Ladra




10) G. Verdi                                      La Traviata “selezione”
                                             - Bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi-



GIACOMO D'ANNA


CITTA' DI MONREALE


Mostra Personale 
di 
GIACOMO D'ANNA
L'E S S E R E   I N C O M P L E T O

ex Monastero dei Benedettini































L'ESSERE INCOMPLETO
di Giacomo D'Anna


Quel giorno, indefinito da numeri e parole, dal calore senza sapori e con quelle piccole scintille che solo la fortuna può raccogliere quando la fatica è impegnata con la serenità, mi soffermai a gurdare un prete dall'aspetto solenne, intrecciato come l'uva sul traliccio dell'umile passione celeste. Parlava amorevolmente con una ragazza poggiandole una mano sulla spalla. Forse quel calore indescrivibile, dipendeva dal fatto che se pur un uomo, poteva ascoltare le perversioni umane, senza ipocrisia e cattiveria, proprio perchè in lui si era manifestato il desiderio di DIO. Obblighi ecclesiastici a parte, ascoltava quel corpo affranto coinvolgendo anche l'anima più oscura a trovare serenità. dalle viscere di quella caverna tentacolare, prosciugava pensieri come la vendetta, la violenza repressa, gli effetti collaterali di un "rapporto d'amore", l'ansia, il conflitto che si cova quando il germe delle parole si aggroviglia vivacemente al sistema nervoso o semplicemente quella voglia naturale di prendere a calci qualcuno che ti ha ferito. Puliva le pareti dello spirito e la luce dell'alba affiorava pian piano sulla pelle rendendola coriacea e lucida. Quel prete, dall'aspetto saggio e invecchiato dall'età, presentava nel suo petto spirituale, il ricordo del suo giovane filo senza il peso della salvezza cristiana, percepiva quelle parole, come pietanze da offrire alla comunità. La sua missione sprofondava nell'infinito portale d'armonia e come tale non discuteva dei fatti, ma li riteneva utili per sconfinare nel ricercato perdono. Rimasi li fermo per venti minuti circa. Dovevo assolutamente conquistare quel quadro dai caldi colori, racchiudendolo senza fine nella botola segreta della mia mente. All'inizio, come primo approccio, toccai il mio orecchio. Non contento scesi sul collo ma non bastò a placare la nevrotica ricerca. Con mano decisa fermai l'esame tattile sulla conca della giugulare. La toccai ripetutamente con l'indice e il pollice per unire e invogliare quell'immagine a un frammento del mio corpo. Premevo leggermente le dita come un marchio da stampare fino a quando la matrice di quella esperienza sconfinò nelle mia ossa. Fissando quella foto in quel tenero incrocio di sangue e linfa, avrei potuto ordinare della gioia da qualsiasi punto della terra. Adesso l'impatto col dolore sarebbe stato più facile e meno caotico. 
DIO mi aveva donato un nuovo rifugio e un misterioso punto di contatto. Da quel tiepido teatro di umana comprensione si aprì di colpo uno squarcio nel cielo assonnato. Subito un fragore. La morte annunciata come le campane del Signore presero il sopravvento. Un gemito di dolore che solo il parto di una madre poteva eguagliare. Si formò in quella reale mutazione, come le stelle ricamano la loro presenza nel cielo, polvere, macerie e straziante verità. dalle rovine usciva, articolando aiuto, quella mano grande piena di luce, che un momento prima aveva confortato l'anima di quella fanciulla. Mi avvicinai sbalordito dal curioso epilogo perchè nessuno degli astanti si accorse dell'orrore. Più tardi, e intendo "scrivere" nella vita futura, capii il motivo e l'indifferenza, ingoiando la vivace cecità di quel sottile comportamento. Spostai velocemente le pietre e i ricordi ammassati. Nel cuore, il desiderio di un soffio di vita nascosto tra quei residui, si premeva contro la mia pelle spostando ogni cellula verso un coraggio sconosciuto. A stretto contatto con gli odori della sofferenza, mi accorsi che il corpo disteso in maniera scomposta, prendeva sembianze diverse. Ebbi paura ma continuai a spostare quelle rovine seguendo le curve della polvere accumulata sull'abito color bruno. Mi sentivo l'archeologo che dopo tanti anni di studi riusciva finalmente a scorgere una nuova pagina nella storia. Alla fine come se avessi avuto uno specchio sepolto nella neve apparve un' immagine stranamente familiare. Il respiro si fece più corto e il tremolio delle gambe piegò il mio corpo in due oscillando verso la pazzia più assoluta. Cadde ogni speranza e decisi in un momento di razionalità che quel corpo era il mio. Quella mano sepolta era la mia come scambio del giorno e della notte. ...