AUGURI





GIOVANNI LETO, 
-Intrecci- "Il Ventre della madre" - 2013 
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...Trasportata sotto il braccio del linguaggio, duramente urtata dalle smisurate scosse nel viaggio, dalla cugina Francia, la parola “panier” (dal latino panarium) ritorna nelle terre della Calabria come “panaru”. 
Micro spazio teatrale del dono, simbolo per eccellenza della pancia della madre (il primo cesto è stata creato da una donna, ha modellato con cura una grande pancia di fango con semplice dignità posandola sulla superficie desolata dell’eterno) e della salvezza di Mosè dalle acque, “u panaru,” colmo di presenti aspetta la mezzanotte sotto l’albero decorato. Da Lamezia Terme a Cosenza sfiorando la nevicata Sila Grande, dopo “Epifanico” (2007), “Lettera a Babbo Natale” (2009), “Nevica nella Dimora” (2008) e “Stella Cometa” (2011), “U Panaru” salda un fortunato ciclo natalizio. 
Come nelle “Scatole in valigia” di Marcel Duchamp, le plein créatif colma l’impaziente visitatore. 
Le “Panier mystérieux” arriva nello studio dell’artista già imbevuto di speranza. Segnato e farcito dal linguaggio, “u panaru” in vimini sarà esposto seguendo le precise indicazioni di istallazione dell’autore. Si tratterà di “mettere in scena” nel consueto rigore espositivo i segnali mandati nel o dal cestino per ridonare un senso delle molteplici e sincroniche esperienze dei 27 artisti presenti.
Ghislain Mayaud

da Vertigo Arte l'Esposizione Artistica“U PANARU”



BUON  N ATALE SERENO A NN O  
NUOVO TUTTO il Mondo!!!...da

 culturamonrealese.blogspot.com

(E-mail: monrealecultura@gmail.com)
Il Presepe vivente
a
Monreale














presso ex Monastero dei Benedettini

GIOVANNI LETO




L'artista monrealese  GIOVANNI LETO 

 "CORPO VUOTO"
2013, carta, legno e pigmenti -opera ambientale






Giovanni Leto - VEDUTA D'INSIEME



Giovanni Leto - COSMUS , Materiali vari 

COSMUS, particolare

2006 - Giovanni Leto, CARTOLARO - cartone, corda e acrilici - opera ambientale

Giovanni Leto - VEDUTA D'INSIEME


La collettiva "Quasi Monocromo": soluzioni formali tra cromatismo povero ed acromia’ intende celebrare l’eclettismo creativo, la libertà esecutiva, la passione e la sensibilità con cui l’artista approccia alla materia plasmabile ed ai mezzi tecnici, per raccontare se stesso, il suo universo interiore e la sua percezione del mondo circostante. Il titolo assegnato alla mostra, volutamente vago e sfuggente, nasce dunque da una riflessione sulla varietà pressoché illimitata delle soluzioni artistiche, delle possibilità espressive che si danno a coloro che intraprendono e perseguono la via dell’arte e che a quest’ultima consacrano la propria esistenza. L’espressione ‘quasi monocromo’ non è poi così incerta, anzi è forse quella che meglio sintetizza i contenuti dell’evento: rivela l’intento di polarizzare l’attenzione sull’atto manipolatorio, sul gesto creativo attraverso cui l’artista conferisce forma all’informe o genera l’immagine illusionistica ed evocativa nel vuoto di un supporto vergine; tale espressione mira a descrivere, in questo caso, il manufatto che non ha ricevuto l’intervento coloristico, che si caratterizza per la presenza di pochi frammenti e screziature di colore o che presenta una gamma cromatica povera per scelta stilistica. Quasi monocrome sono le opere esposte presso l’ex Convento del Carmine di Sutera, ma non mancano le variazioni sul tema: alcuni dei manufatti esibiti presentano infatti vivaci accostamenti cromatici, con tinte accese e contrastanti stese a campiture piatte, che dialogano armonicamente con lo spazio espositivo e con la monocromia che risulta prevalere in altre opere.
La mostra affianca opere di Giuseppe Agnello, Carmela Corsitto, Juan Esperanza, Giovanni Leto, Salvatore Salamone e Tano Siracusa


Comune di Sutera 
Soluzioni formali tra cromatismo povero ed acromia  
A cura di  Luca Delfino
Ex Convento del Carmine, Sutera (CL)
20 dicembre 2013 - 7 gennaio 2014.
Inaugurazione 20 dicembre 2013
ore 18,30 
 
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Ufficio Turistico 0934/954929

 
 
 





MUSEO ETNOANTROPOLOGICO


MUSEO 
ETNO-ANTROPOLOGICO

ex Monastero dei Benedettini
Inaugurazione nuova sede 

PANNELLI            DIDASCALICI


I° Pannello
Il Museo è il luogo del servire sociale, della pratica dell’incontro e della mediazione  a carattere culturale.
Scopo principale del Museo etno-antropologico è quello di conservare la memoria del passato per indicare i legami che intercorrono tra vecchio e nuovo e risaltare la continuità tra ciò che è stato e ciò che è.
Il Museo, come luogo del patrimonio dei legittimi proprietari, dei cittadini che “restituiscono” in forma di comunicazione,  viene chiamato a raccontare frammenti, narrazioni e testimonianze di vita.
Il Museo etno-antropologico conserva i documenti degli orizzonti antichi delle varie civiltà umane, delle arti e tradizioni popolari.
La funzione della raccolta di oggetti, aventi interesse storico-scientifico, etno-antropologico e culturale, è quella di conservarli e valorizzarli per la fruizione pubblica e l’applicazione didattica.



II ° Pannello

Questo Museo etnoantropologico, recentemente costituito dalla Città di Monreale, ospitato all’interno dell’ex Monastero dei Benedettini, è dedicato al racconto del “Ciclo della Vita” nella comunità locale e siciliana.
Promotore di questa iniziativa è stato il Sig. Stefano Zuccaro,  nostro concittadino e componente dell’Associazione “Asca” di Monreale.
Il Sig. Zuccaro, coinvolto da una nostalgica passione per l’antico, ha iniziato una raccolta di oggetti vari donati da coloro che condividevano la sua stessa passione ed il desiderio di farli conoscere alle future generazioni.
Le donazioni, incrementate nel corso degli anni, ad un certo punto   vengono acquisite dal Comune di Monreale. 
Questo Museo, aperto per la prima volta il 27 aprile 2007, ha avuto numerosi visitatori e recensioni giornalistiche.


III° Pannello

Il Museo etno-antropologico di Monreale raccoglie e descrive reperti della civiltà contadina, pastorale e artigianale del territorio. Esso  è  situato su tre piani ed è suddiviso in tre sezioni.
Entrando, sul piano superiore, sono esposti oggetti appartenenti al Ciclo della vita: la nascita, la crescita, il matrimonio. Nell’ammezzato, alcune opere dell’artista siciliano Attilio Guccione che divulga l’arte delle tradizioni siciliane.
Al piano inferiore, un’ampia panoramica di strumenti ed oggetti antichi  legati ai mestieri del passato, molti di essi, ancora oggi  esistenti  ma trasformati dalla tecnologia, applicata all’agricoltura e all’artigianato.  Tra i mestieri scomparsi il “conzalemme” colui che  riparava i piatti rotti.
Si possono ammirare gli antichi utensili di cucina, del calzolaio, del barbiere e gli strumenti da lavoro dell’agricoltore, del pastore, del fabbro, del falegname, della tessitrice.
Tra gli oggetti, ormai in disuso,“a troccula”,“u stricaturi,“a maidda”; “u ciscu”.


E s p o s i z i o n e






















































I n a u g u r a z i o n e