GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

GIORNATA INTERNAZIONALE 
PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA 
CONTRO LE DONNE





L'Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Monreale, in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, organizza, mercoledì 25 Novembre alle ore 10, presso l’Istituto Scolastico "E. Basile", in collaborazione con i Licei Basile e D'Aleo di Monreale, un incontro con le classi terze medie degli istituti scolastici del territorio monrealese, per affrontare e discutere temi che sempre più sono all’ordine del giorno sulle cronache locali e nazionali. 



La prevenzione dei gravi episodi di violenza ed il femminicidio che purtroppo sempre più spesso le cronache ci raccontano – afferma l’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Monreale  Nadia Olga Granà – non può prescindere dalla consapevolezza che la violenza va combattuta quotidianamente nelle relazioni interpersonali, nel linguaggio, nella dimensione sociale, politica ed economica, nelle immagini.
Questa giornata – dichiara ancora l’Assessore – è un momento importante per far crescere in tutti  la coscienza di quanto la lotta contro la violenza sulle donne sia uno dei segni distintivi di civiltà. Ma questo tema assume maggiore significato se lo si affronta con le scuole, culla di conoscenza e di coscienza civica.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
ORE 10,00: INCONTRO CON STUDENTI E OSPITI PRESSO IL LICEO BASILE
INTERVERRANNO: PIERO CAPIZZI - EMANUELA MULE' - EVELINA SANTANGELO - ANTONELLA MONASTRA - LAVINIA CAMINITI - MARIA FASOLO - DANIELA PUPELLA - ENZA LONGO - FINELLA GIORDANO - ANGELA GANCI - NINNI MOTISI - OLGA GRANA'

ORE 12,00: FLASH MOB IN PIAZZA GUGLIELMO II CON LE SCUOLE: INSEGNANTI E ALLIEVI INSIEME PER DARE UN SEGNALE FORTE ALLA CITTA’

ORE 19,00: IL PALAZZO DI CITTA' SI TINGE DI ROSSO IN ONORE DELLE VITTIME DEL FEMMINICIDIO

 Assessore alla Pubblica Istruzione Nadia Olga Granà





GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DELL'INFANZIA




20 Novembre 2015

GIORNATA INTERNAZIONALE 
DEI DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA



Ampia partecipazione oggi a Monreale per festeggiare e ricordare la giornata dedicata ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che servirà a rafforzare la democrazia ed il confronto con la visione del mondo.
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 20 Novembre del 1989, adottò la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza: " ...Tutti i bambini hanno diritto a crescere con i propri genitori a esprimere la propria opinione...protetti da ogni forma di violenza...curati e trattati con rispetto e umanità.."
Il Sindaco di Monreale Avv. Piero Capizzi, l'Assessore alla Pubblica Istruzione Arch. Nadia Olga Granà, il Presidente del Consiglio Giuseppe Di Verde, hanno ospitato tutte le scolaresche del territorio negli spazi dell'aula consiliare per trasmettere loro l'auspicio per l'impegno duraturo di garantire, a tutti i bambini, un avvenire migliore.
Grande partecipazione e coinvolgimento hanno reso l'incontro alquanto emozionante. 

<Oggi 20 Novembre nel mondo ricorre la giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
L’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Monreale ha voluto festeggiare tale ricorrenza insieme a tutti gli istituti scolastici del territorio monrealese.
All’incontro, che ha avuto luogo presso l’Aula Consiliare del comune, hanno partecipato  gli istituti comprensivi statali Morvillo, Monreale II, Guglielmo II plessi Mattarella e Badiella, Antonio Veneziano e la Direzione Didattica del Pietro Novelli.
All’evento ha altresì preso parte il Garante per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della città di Palermo, Dott. Pasquale D’Andrea, che con grande professionalità e simpatia  ha erudito i bambini sulla sua attività in ambito comunale e ha intrattenuto i piccoli, chiacchierando con loro ed invitandoli ad esibirsi al microfono.
Tutti i bambini intervenuti sono stati protagonisti dell’evento, chi cantando, chi recitando, chi componendo pensieri da affidare ai palloncini blu, generosamente donati per l’occasione agli alunni delle scuole dall’Assessore alla Pubblica Istruzione del Comune, Nadia Olga Granà, promotrice ed organizzatrice dell’evento insieme agli istituti scolastici.
Palloncini sono stati liberati in volo dai bambini, al termine dell’incontro, in piazza Guglielmo.
La giornata è stata davvero molto partecipata. Più di 300 bambini erano presenti in sala, accompagnati da insegnanti e da mamme.
Il Sindaco Capizzi, l’Assessore Granà e il Presidente del Consiglio comunale Di Verde hanno aperto la giornata salutando e ringraziando gli intervenuti.
E’ stata una vera festa per i bambini che hanno mostrato commozione e gioia per aver partecipato. Davvero bellissimi i piccoli alunni dei plessi Badiella e Mattarella del Guglielmo II che indossavano delle magliette bianche con cuori rossi e mani colorate, create per l’occasione dai bimbi insieme alle loro attivissime maestre.
Tutti gli insegnanti hanno attivamente coinvolto gli allievi, facendo realizzare loro dei lavori che sono stati esposti per l’occasione e che sono stati anche portati in giro per la città e mostrati lungo il corteo che, partendo dalla Piazza Guglielmo II ha raggiunto Piazza Canale, percorrendo la via Roma.
E’ intervenuta alla manifestazione anche una nutrita rappresentanza del Consiglio Comunale e delle associazioni culturali operanti nel territorio.
La Dottoressa Maria Daniela Miceli, funzionario Assistente sociale per il Comune,  ha concluso l’incontro ricordando, con una testimonianza  commovente, la figura di Sarina Ingrassia, che alla tutela dell’infanzia ha donato tutta la sua vita.
“Tutti i bambini meritano, ha dichiarato l’Assessore Granà, la possibilità di essere felici e sani, di esplorare il loro mondo in modo sicuro e di raggiungere il loro pieno potenziale.
L’infanzia è uno dei periodi più belli e spensierati della vita di ogni persona. Ogni bambino ha il diritto di vivere tale periodo circondato dall’amore dei suoi familiari che hanno l’obbligo di tutelarlo, garantendogli un benessere psichico e fisico.Un bimbo che cresce oggi  felice e sano sarà, certamente, domani  un buon genitore”.

























  L'Assessore alla Pubblica Istruzione Arch. Nadia Olga Granà

















PRESENTAZIONE LIBRO DI C. BOTTA E M. INGRASSIA

"IL SOGNO NEGATO DELLA LIBERTA'"


Presentazione del Saggio Storico 
di 
Carmelo Botta e Francesca Lo Nigro
Prefazione di Michelangelo Ingrassia



Sabato 21 Novembre ore 18,30 
ex Monastero dei Benedettini

Viene ricostruita la scena politica sociale ed economica dell’Italia post-unitaria, partendo dall’Unità d’Italia e analizzando  la partecipazione siciliana alla costruzione dell’unificazione.
Dal 1891 al 1984 il movimento, formato da contadini, operai, minatori e artigiani siciliani insorsero contro il governo sino al duro  intervento militare sotto il governo Crispi.
Il movimento di massa dei Fasci siciliani dei lavoratori rappresenta una rivoluzione riformista di ispirazione democratica e socialista, un tentativo di riscatto delle classi povere contro lo Stato che appoggiava i ricchi.
L’Unità d’Italia non aveva portato i benefici sperati ed il malcontento covava fra i ceti più umili che chiedevano riforme fiscali e redistribuzione delle terre.
Alla fine dell’800 la mafia accumula capitale, controlla la forza lavoro, domina il territorio; il movimento si pone quindi come lotta organizzata contro la mafia. Il loro intento, che  è quello di riformare i rapporti di lavoro, è  poco gradito dalle istituzioni e dalla mafia. La grande crisi capitalistica degli ultimi anni dell’ XIX sec.  colpisce soprattutto i ceti popolari  anche perché i contratti agrari venivano distribuiti senza alcuna proporzione tra rendita, capitale e lavoro.



Nella sala espositiva, dell’ex Monastero dei Benedettini, delle opere artistiche donate dall’artista romana E. N. Posabella, è stato presentato il saggio storico “Il sogno negato della libertà” di C. B. , docente di filosofia e storia e Francesca Lo Nigro, dirigente scolastico.
In queste pagine viene ricostruita la scena politica, sociale ed economica dell’Italia post-unitaria, partendo dall’Unità d’Italia e analizzando la partecipazione siciliana alla costruzione dell’unificazione.
Dal 1891 al 1984, il movimento, formato da contadini, operai, muratori e artigiani siciliani, insorsero contro il governo sino al duro intervento militare di Fr.sco Crispi.
Il Movimento di massa dei Fasci Siciliani dei lavoratori rappresenta una rivoluzione riformista di ispirazione democratica e socialista, un tentativo di riscatto delle classi povere contro lo Stato che appoggiava i ricchi.
L’Unità d’Italia non aveva portato i benefici sperati ed il malcontento covava fra i ceti più umili che chiedevano riforme fiscali e redistribuzione delle terre. Alla fine dell’’800 la mafia accumula capitale, contro la forza lavoro, domina il territorio; il movimento si pone quindi come lotta organizzata contro la mafia.
La grande crisi capitalistica degli ultimi anni del XIX sec., colpisce soprattutto i ceti popolari anche perché i contratti agrari venivano distribuiti senza alcuna proporzione tra rendita, capitale e lavoro.
Dopo il benvenuto ai presenti da parte del Sindaco di Monreale, la Professoressa Valentina Giambruno docente di Lettere nelle scuole Superiori promotrice dell'iniziativa culturale.
La Professoressa, elogia gli autori del libro, ammira la coerenza del testo ed il rispetto verso gli ultimi. 
"I docenti coraggiosamente – dice –fanno sforzi ad educare con insegnamenti espliciti ragazzi spesso “difficili” e “soli”. Insegnare storia è sicuramente gratificante e questo loro ultimo “quaderno”ci restituisce una pagina spesso offuscata e inglobata in un periodo vasto che è quello del Post-Italia. Un movimento importante che restituisce dignità e libertà ai lavoratori”.
Quello dei fasci siciliani rappresenta la prima lotta organizzata contro la mafia per la sinergia esistente tra mafia e  istituzione. “Rivivere dunque quei momenti storici, restituisce onore a quel passato”.
Nell’intervento del Prof. M. Ingrassia, che nel testo cura la Prefazione, si sottolinea come l’insegnamento della storia oggi sia diventato un’ascesa ed una discussione fra addetti ai lavori.

“Qui invece – dice il Professore – si tende a restituire il valore e l’essenza della memoria: divulga le sofferenze e la lotta di un popolo, nel tentativo di riformare una coscienza tra il passato ed il presente. Il ricordo dei lavoratori delle terre, delle piccole fabbriche, il bisogno negato di questi, si lega ancora oggi, con la nostra coscienza. Una storia che si rivolge ai giovani. I sognatori di fine ‘800 erano coloro che sognavano il bene per i braccianti. Oggi la nostra società replica quegli anni, nonostante la tecnologia ed il “finto” benessere. Oggi questa società è uguale a quella: sfruttatori/sfruttati. Una società che sognava e che perciò, lottava. Insomma, una riflessione critica ed una commozione umana”.

 Il Sindaco Avv. Piero Capizzi

 La Professoressa Valentina Giambruno

 Il Prof. Michelangelo Ingrassia



 Professoressa Francesca Lo Nigro




MUSICA SACRA 55^ ED


55^ Settimana di MUSICA SACRA a Monreale
30 Ottobre - 8 Novembre 







GIUSEPPE SARDISCO


Lo Scultore monrealese 
GIUSEPPE SARDISCO 
dona un'opera al Comune di Monreale



L’Artista monrealese Giuseppe Sardisco dona un’opera al Comune di Monreale.
Negli spazi dell’ex Monastero dei Benedettini (al I° piano – piazza Guglielmo ) è stata ubicata la scultura dal titolo “Forme e Spazio”.
“Dono  con piacere quest’opera – dice l’artista – al Comune, come testimonianza del mio operare a Monreale, con la speranza che, insieme alle altre opere dei monrealesi, Nacci, Messina, Spinnato Gambino, Panella, Guardì, Terruso, Mario Lo Coco, Buffa, possa essere da stimolo alle nuove generazioni.  Sin dalle scuole medie sono stato trasportato da questo bisogno di esternare questo sentimento artistico; infatti, ricordo che in quegli anni, avendo disegnato una “natura morta”, il Prof. di disegno ha rilevato che avrei potuto continuare e perfezionare questa mia tendenza”.
Giuseppe Sardisco nasce a Monreale nel 1936 dove vive e lavora . Si è diplomato all’Istituto d’Arte di Palermo e insegnato discipline plastiche fino al 1998 al Liceo artistico di Palermo. Sue opere sono presenti presso collezioni pubbliche e private.
Il critico d’arte Francesco Carbone ha scritto di lui: “ Giuseppe Sardisco, scultore tra i più sensibili nella ricerca del tempo delle forme, e che fa della grafica non un semplice momento autonomo rispetto allo scolpire, ma l’identificazione di un altrettanto importante ed impegnato mezzo espressivo.















GIUSEPPE SARDISCO   Scultore


Giuseppe Sardisco nasce a Monreale nel 1936 dove vive e opera. 
Sin da ragazzo si appassiona alla scultura esprimendo il suo talento su supporti improvvisati come piccole lastre di ardesia, pietre di fiume, legni, ecc. sui quali, con strumenti rudimentali, incide scene di vita agreste. Amante della natura trova sempre in essa fonte di ispirazione. Si diploma all'Istituto Statale d'Arte di Palermo, dove consolidala sua vocazione nella sezione "Scultura marmi e pietre", in particolare sotto la guida dei professori Alessandro Manzo e Aldo Pecoraino. Successivamente si dedica alla carriera artistica partecipando a prestigiose rassegne d'arte ottenendo consensi e riconoscimenti. Realizza, inoltre, diverse mostre personali tra le quali un'antologica sotto il patrocinio del Comune di Monreale. Tra le sue produzioni particolare rilievo occupano gli arredi per edifici di culto (Istituto Villa Nave di Palermo, Chiesa di S. Filippo Neri allo Zen, Centro Poggio san Francesco , l'Istituto Oasi di Palermo ecc.). Sua è la realizzazione del Monumento alla Resistenza nel Comune di Monreale e una parete in bassorilievo per l'androne della scuola media nel Comune di Marcallo Concasone e alcuni restauri di opere antiche Palermo e Monreale. Di lui hanno scritto: Maria Poma Basile, Gemma Salvo Barcellona, Francesco Carbone; Pino Giacopelli, Giovanni Cappuzzo, Alfredo Marsala di Vita, Terry Montesanto. Ha esposto in locali di arredamenti per un dialogo visivo tra spazio abitativo e forme plastiche. Introdurre una mostra di scultura in tale contesto espositivo e non in una Galleria d'arte, può sembrare ridurre l'opera d'arte ad oggetto iconografico assimilabile a qualsiasi bene di uso comune. Se guardiamo però al passato, vediamo che le opere di scultura hanno accompagnato il cammino dell'uomo in tutti gli aspetti del vivere quotidiano attribuendovi una funzione e una fruizione al di là di quello che oggi definiamo opera d'arte. Basti pensare al primitivo "Totem" attorno al quale le danze tribali, con i loro rituali, contribuivano a dare unità, identità e spessore spirituale a tutta la tribù; o ancora, alla cultura greca dove quell'autentico "gioiello" della "Loggetta delle Cariatidi" mostra sculture di donne, bloccate nelle loro tuniche, adempiere ad una triplice funzione: Struttura portante (colonne di sostegno), richiamo spirituale per il popolo, segnale visivo di identificazione nel territorio. Come non fare poi riferimento a tutto quell'arredo urbano che ha caratterizzato paesi e città nell'Età Romana, nel Medioevo, nel Rinascimento e così a tutte quelle opere che fanno parte del patrimonio artistico di tutta l'umanità e che progressivamente hanno conferito alla scultura il valore d'opera d'arte. Nel tempo però, avulsa da qualsiasi contesto, quest'Arte diventa quasi un feticcio fine a se stesso. Oggi considerata da alcune correnti di pensiero "arte morta" ha perduto quel ruolo così pregnante nel contesto sociale isolandosi, nella maggior parte dei casi. nel chiuso dello studio di alcuni scultori come un seme nascosto che attende di riaffiorare in superficie per recuperare la sua funzione originaria. A questo si aggiunge la mancanza del sostegno di quella committenza illuminata, che ebbe nel mecenatismo la massima espressione, e che non trova nelle istituzioni quel supporto per riappropriarsi del suo ruolo. Ecco perchè "farsi posto" negli spazi del quotidiano riempiendoli di nuovi significati, può rivelarsi un'alternativa concreta perchè la scultura esca dal suo isolamento senza timore di contaminarsi.

Maria Pia Badalucco









Antonio Veneziano, poeta monrealese 
gesso

Vincenzo Miceli, filosofo di Monreale
gesso cm 50x44x85



1980 - In occasione di una Mostra dedicata alla Resistenza, avvalorata dal ricordo di Biagio Giordano, un combattente monrealese per la libertà trucidato dai nazisti, Pino Sardisco, concittadino del martire e artista siciliano tra i più prestigiosi e discreti, ne evoca la memoria. 
Un brano della lettera del Giordano, scritta per i familiari poco prima dell'esecuzione della condanna, dice: 
< morirò convinto>.
Una frase secca e incisiva, quasi serena, che ti attraversa in profondità e ti suggerisce di pensare, ma non di andare oltre con le parole. 
La Resistenza assume oggi la dimensione di un mito, perchè la retorica e le contraddizioni della società attuale ne inficiano i valori, disperdendone il senso e la praticabilità osteggiata nel presente dalle forze reazionarie del potere. 
L'affermazione del partigiano monrealese, semplice e placata, ha colpito la sensibilità di Sardisco, la sua coscienza d'uomo, inducendolo alla riflessione e alla ricerca di una proiezione possibile su un dato plastico di memorizzazione. Un "monumento", si dice comunemente, rendendo poi questo codice visivo, questa comunicazione statica nello spazio urbano, un insieme corruttibile di solennità mimetiche sovrapposte, di metafore devianti.
Per Sardisco  però, non è stato così, nè poteva esserlo: scultore che desume strutturalmente le forme della natura, per esaltarle nello spazio, nel tempo e nel movimento ascensionali, sfrondando le morfologie plastiche di ogni residuo riferito alle geometrie euclidee; anche in questa circostanza Sardisco è rimasto se stesso.
L'opera rivela questi postulati: linguaggio essenziale, attento e preciso che intreccia il rapporto tra forma e contenuto, tra memoria e assenza, privilegiandoli sul piano delle percezioni. E non perchè quest'ultima realizzi un ipotetico stato di equilibrio, perchè risolva un problema di pregnanza e, nel senso kantiano, renda possibile un mondo, ma perchè la forma, nelle opere di Sardisco, è l'apparizione stessa del mondo e non la sola condizione di possibilità; perchè essa è l'identità dell'esteriore con l'interiore. Una completezza di sè nella totalità ideologica dell'opera in cui la stessa forma si realizza con densità di vita, anche se in questo caso è la morte del partigiano che percepisce e perpetua la vita nel presente e nel futuro. Ed è proprio quanto, con maggiore esplicitazione grafica, si può notare attraverso gli studi su carta, dove il sacrificio del partigiano monrealese è reso con tensioni rapide e fuse in momenti preparatori dell'opera definitiva incalzati e scanditi dalla efficace mobilità dei movimenti, dai loro gesti allusivi ed emblematici. Da quell'impianto grafico frammentato dalla successione di geometrie che si cercano a vicenda, per conferirsi infine un esito omogeneo di intenzioni e di destinazione. Questa mostra accoglie pure altre opere di Sardisco; opere non  







 Giuseppe Sardisco - Opera senza titolo - Materiale previsto: bronzo

Progetto facente parte di un concorso per l'acquisizione di opere d'arte del 
Nuovo Palazzo di Giustizia di Palermo